Le Origini
L’Eremo di Santa Caterina del Sasso ha origini antiche e affascinanti, strettamente legate alla figura leggendaria di Alberto Besozzi, un ricco mercante del XII secolo originario di Arolo.
Scampato miracolosamente a un naufragio durante una traversata sul Lago Maggiore, decise di abbandonare la sua vita mondana per ritirarsi in eremitaggio sulla parete rocciosa del Sasso Bàllaro, dove costruì una piccola cappella dedicata a Santa Caterina d’Alessandria, la santa che invocò durante la tempesta.
La prima menzione ufficiale del sito risale al 1195, anno in cui il futuro eremita chiese di essere sepolto nel piccolo oratorio che aveva edificato. Questo sacello, oggi visibile sul fondo della chiesa come un minuscolo edificio in pietra, rappresenta il nucleo originario dell’attuale complesso. Intorno ad esso si svilupparono, nei secoli successivi, ampliamenti e nuove costruzioni, grazie alla crescente devozione popolare e al sostegno di famiglie locali e ordini religiosi.
Nel corso del Trecento, i monaci dominicani prima, e poi quelli ambrosiani, contribuirono alla trasformazione del sito in luogo di ritiro spirituale e culto, e vi vennero realizzati gli edifici monastici. È in questo periodo che sorse il “Conventino”, risalente al XIV secolo, una piccola costruzione a due piani con porticato ad archi gotici.
Nel XV secolo si aggiunse il Convento “Meridionale”, dotato di un porticato elegante con sette archi affacciato sul lago, destinato ad accogliere i monaci e i pellegrini che ormai numerosi si recavano all’eremo. La chiesa stessa venne progressivamente ampliata, inglobando la primitiva cappella e aggiungendo cappelle laterali, una navata a strapiombo e numerosi affreschi votivi.
Nel tempo, Santa Caterina del Sasso è diventata uno dei più suggestivi eremi del Nord Italia, esempio straordinario di spiritualità medievale, architettura adattata al paesaggio e tradizione religiosa popolare. Ancora oggi conserva intatto il fascino del luogo isolato e raccolto, sospeso tra roccia e acqua.